L'Ombra per Jung è il nostro inconscio. Ecco una storia su come avvicinarsi all'Ombra.
Il film Io non ho paura di Gabriele Salvatores, tratto dal libro omonimo di Nicolò Ammaniti, ci dà delle bellissime immagini su cosa significhi avvicinarsi all'ombra.
In tutti noi c'è una parte della nostra personalità che ci è nascosta, è in ombra. E se uno non l'ascolta e non la nutre, diventa sempre più
affamata.
Possiamo leggere questa storia come se i personaggi fossero parti di un unico soggetto, noi che guardiamo il film.
Il film oscilla tra il buio di un buco nella terra e la luce accecante di campi di grano del sud Italia.
E più c'è luce, più il buio si fa buio.
E' la storia di Michele, 10 anni, 5 B, che scopre un buco nella terra e vuole vedere cosa c'è dentro. E' un po' come quando ci si avvicina alle nostre parti oscure (in ombra) e vogliamo cercare di vederci qualcosa.
All'inizio c'è solo buio, non si distingue niente, ma man mano che ci si avvicina, scopriamo qualcosa, che non capiamo bene, che ci inquieta, sappiamo che c'è qualcosa, ma non sappiamo che cosa.
E ci si può spaventare dallo scoprire che in questo buio, c'è qualcosa di vivo, che non ci aspettavamo, qualcosa che non conosciamo.
Poi Michele fa una cosa bellissima, anche se si è spaventato, lui torna, torna per cercare di capire ...
... e l'altro, di cui non sa nulla, gli chiede dell'acqua. Quando dedichiamo attenzione alle nostre parti in ombra, è molto importante cominciare ad ascoltarle, e il dargli da bere, nel linguaggio simbolico, significa ascoltarne i bisogni.
E così scopre che è un bambino, 10 anni come lui, "siamo uguali" dice sorpreso. Scopre così che è possibile incontrare questa nuova parte di sè. Michele gli porta il pane, nutre questo bambino che ha appena conosciuto.
Michele lo fa uscire dal buio ed è possibile giocare insieme. Michele comincia a integrare questa nuova parte di sè che prima non conosceva e che all'inizio l'aveva spaventato così tanto.
E poi ci sono i grandi, a cui Michele chiede: "Ma perchè l'avete messo lì dentro, io non riesco a capirlo."
Michele ha salvato il suo amico, ma il suo amico non scappa, rimane lì vicino ... la parte che prima era in ombra, ora è amica, non se ne va,
Questa lettura del film non vuole approfondire il ruolo degli adulti e di come Michele sappia insegnar loro qualcosa, ci sarebbe voluto molto più spazio. La mia lettura vuole sottolineare come, quando ci si avvicina all'ombra, si possa attingere a nuove energie, a più spontaneità e una maggiore libertà. Spesso, nei momenti di crisi della nostra vita, la soluzione non la troviamo nella nostra parte cosciente, illuminata, piena di certezze, ma piuttosto partendo dai dubbi, dal fango, dal buio, da ciò che ci inquieta.
Paola Palmiotto
Io non ho paura - libro
Io non ho paura - film
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